Non mi era mai capitato prima di provare simpatia e ammirazione per una donna ricca, viziata e dispotica, né di essere affascinata da un uomo rude, possessivo e geloso. Ma come si può non ammirare Tess, la dispotica, che molla la sua vita agiata e la grande città per rifugiarsi in un paese di reietti? In quel posto piovoso l'acqua sembra cancellare la sua maschera. È lì che scopre la vera se stessa, è lì che si sente libera di essere la donna che aveva tenuto nascosta al mondo. Ma a darle il coraggio di far emergere la vera Tess sono gli occhi limpidi e puri di Connor, il rude, quell'uomo che durante una burrasca la raccatta sul ciglio della strada come una gatta randagia capace di graffiare e fare le fusa allo stesso tempo. E quando sei a metà del romanzo e pensi che sia tutto risolto, che l'amore abbia trionfato, ti chiedi cosa potrà mai succedere nell'altra metà e se ci sarà un lieto fine. Allora leggi in ogni momento libero: tra i fornelli, le faccende domestiche, i compiti dei bambini, il carico di una lavatrice. Perdi il tuo programma preferito alla tv e fai l'una di notte solo per vedere come andrà a finire. 589 pagine in meno di 4 giorni. E piangi con loro, ridi con loro e ami con loro. Perché ad un certo punto ti senti parte della storia, a volte vorresti prendere per le spalle Tess e Connor e dirgli che solo insieme possono farcela e che ciò che provano l'uno per l'altro è più importante di tutto, è la soluzione di tutto. Loro nemmeno si rendono conto di quanto siano fortunati. Ci sono persone che nella vita non hanno mai avuto l'opportunità di incontrare un amore così totalizzante o che l'hanno incontrato e perso. Tess e Connor si sono intrufolati nella mia mente, nel mio cuore e sono convinta che resteranno lì per un bel po', perché era da tempo che non leggevo un romanzo così forte, intenso e coinvolgente come "La strada di casa". D'ora in poi Forks non sarà più patria di vampiri romantici, ma di famiglie strampalate, di personaggi sui generis e di un uomo e di una donna che litigano in continuazione e si apostrofano con epiteti, che io qui non posso ripetere. Ed è risaputo qual è il miglior modo per fare pace...