Poster Girl è un distopico autoconclusivo scritto da Veronica Roth ed edito Mondadori.
Questo è il primo libro che leggo dell'autrice e, anche se non è il mio distopico preferito, devo dire che non mi è dispiaciuto.
All'inizio il lettore viene catapultato bruscamente all'interno della storia, senza un'infarinatura del worldbuilding o di quello che è successo a livello politico e sociale, questo mi ha causato un pó di cobsusione e ho fatto fatica a capire cosa stesse accadendo, piano piano però l'autrice riesce a portare ordine e tutto si risolve.
La protagonista è ben caratterizzata ma alcuni personaggi sono inseriti nella storia senza essere approfonditi, a volte ho fatto fatica a ricordarli.
La scrittura è molto scorrevole e semplice e la storia riesce e intrattenere bene.
Ho apprezzato molto la parte investigativa della trama, la protagonista infatti deve indagare su una bambina scomparsa e pian piano si scopriranno molte cose, questa parte più mistery è riuscita a catturare la mia attenzione da subito.
Nel complesso è un libro promosso e che consiglio nonostante alcuni difetti.
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Recensione a cura di readings.of.rebs
Veronica Roth la si conosce per la sua incredibile abilità di raccontare mondi distopici davvero originali e neanche stavolta si può dire di aver sbagliato colpo. Ma durante la lettura ho avuto qualche riserva.Sonya Kantor si ritrova a vivere nell'Apertura, una sorta di prigione ai confini della vera e propria città. L'ambiente è invivibile, il resto dei prigionieri sono disposti a tutto pur di riuscire a ricavare anche un piccolo oggetto e renderlo proprio.A causa di alcune regole antecedenti molte persone con un'età inferiore a Sonya hanno il diritto di uscire e provare a vivere una vita decente.Sonya si ritrova di fronte ad una scelta: essendo che ha superato l'età massima per avvalersi di questo diritto, ha la possibilità di riprendersi la libertà in un unico modo. Collaborare con coloro che l'hanno condannata in questo stato.I personaggi presenti sono pochi e ben strutturati tra loro, mostrando un carattere sia forte che "piatto", esattamente come la situazione richiedeva. Ho apprezzato la parte descrittiva del worldbuilding, una realtà post-apocalittica piena di regole tra l'eccezionale e l'indescrivibile.È uno stand-alone quindi di sicuro non ci si andrà ad addentrare in saghe più o meno lunghe (tipo Divergent, per intenderci), ma è altrettanto scorrevole e non troppo impegnativo, se si vuole iniziare a leggere di un distopico semplice.Un libro che ci porta a riflettere sul comportamento delle persone in un momento di necessità, è un libro che può sia dar tanto che farci realizzare che in uno stato di disperazione, l'istinto di sopravvivenza prenderà sempre il sopravvento.
Recensioni migliori da Italia
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Recensito in Italia il 29 maggio 2023
Veronica Roth la si conosce per la sua incredibile abilità di raccontare mondi distopici davvero originali e neanche stavolta si può dire di aver sbagliato colpo. Ma durante la lettura ho avuto qualche riserva.
Sonya Kantor si ritrova a vivere nell'Apertura, una sorta di prigione ai confini della vera e propria città. L'ambiente è invivibile, il resto dei prigionieri sono disposti a tutto pur di riuscire a ricavare anche un piccolo oggetto e renderlo proprio.
A causa di alcune regole antecedenti molte persone con un'età inferiore a Sonya hanno il diritto di uscire e provare a vivere una vita decente.
Sonya si ritrova di fronte ad una scelta: essendo che ha superato l'età massima per avvalersi di questo diritto, ha la possibilità di riprendersi la libertà in un unico modo. Collaborare con coloro che l'hanno condannata in questo stato.
I personaggi presenti sono pochi e ben strutturati tra loro, mostrando un carattere sia forte che "piatto", esattamente come la situazione richiedeva. Ho apprezzato la parte descrittiva del worldbuilding, una realtà post-apocalittica piena di regole tra l'eccezionale e l'indescrivibile.
È uno stand-alone quindi di sicuro non ci si andrà ad addentrare in saghe più o meno lunghe (tipo Divergent, per intenderci), ma è altrettanto scorrevole e non troppo impegnativo, se si vuole iniziare a leggere di un distopico semplice.
Un libro che ci porta a riflettere sul comportamento delle persone in un momento di necessità, è un libro che può sia dar tanto che farci realizzare che in uno stato di disperazione, l'istinto di sopravvivenza prenderà sempre il sopravvento.
Sonya Kantor si ritrova a vivere nell'Apertura, una sorta di prigione ai confini della vera e propria città. L'ambiente è invivibile, il resto dei prigionieri sono disposti a tutto pur di riuscire a ricavare anche un piccolo oggetto e renderlo proprio.
A causa di alcune regole antecedenti molte persone con un'età inferiore a Sonya hanno il diritto di uscire e provare a vivere una vita decente.
Sonya si ritrova di fronte ad una scelta: essendo che ha superato l'età massima per avvalersi di questo diritto, ha la possibilità di riprendersi la libertà in un unico modo. Collaborare con coloro che l'hanno condannata in questo stato.
I personaggi presenti sono pochi e ben strutturati tra loro, mostrando un carattere sia forte che "piatto", esattamente come la situazione richiedeva. Ho apprezzato la parte descrittiva del worldbuilding, una realtà post-apocalittica piena di regole tra l'eccezionale e l'indescrivibile.
È uno stand-alone quindi di sicuro non ci si andrà ad addentrare in saghe più o meno lunghe (tipo Divergent, per intenderci), ma è altrettanto scorrevole e non troppo impegnativo, se si vuole iniziare a leggere di un distopico semplice.
Un libro che ci porta a riflettere sul comportamento delle persone in un momento di necessità, è un libro che può sia dar tanto che farci realizzare che in uno stato di disperazione, l'istinto di sopravvivenza prenderà sempre il sopravvento.
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