Scarica l'app Kindle gratuita e inizia a leggere immediatamente i libri Kindle sul tuo smartphone, tablet o computer, senza bisogno di un dispositivo Kindle.
Leggi immediatamente sul browser con Kindle per il Web.
Con la fotocamera del cellulare scansiona il codice di seguito e scarica l'app Kindle.
Immagine non disponibile
Colore:
-
-
-
- Per visualizzare questo video scarica Flash Player
Dalla stessa parte mi troverai Copertina flessibile – 12 gennaio 2024
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
Questa storia comincia una sera d’inverno, il 7 gennaio 1978. Davanti a una sede del Movimento sociale nel quartiere dell’Appio Latino, a Roma, vengono uccisi a colpi d’arma da fuoco due attivisti di destra. Da quel momento, i morti di Acca Larentia diventano icone intoccabili del neofascismo italiano. Questa storia ricomincia il 30 aprile 1987, quando viene arrestato Mario Scrocca, un militante di estrema sinistra. Secondo gli inquirenti, Scrocca avrebbe fatto parte del commando che colpì ad Acca Larentia. Lo troveranno cadavere ventiquattro ore più tardi, impiccato in una cella di Regina Coeli. Ma troppe cose non tornano…
Questa storia senza fine ricomincia – una volta ancora – un pomeriggio di giugno del 2021. Due donne si incontrano sotto il cielo di Roma. Rossella ha sessant’anni ed è la vedova di Mario Scrocca. Valentina, di anni, ne ha trenta, è cresciuta dalle parti di Acca Larentia, in passato ha frequentato dei neofascisti e si porta dentro le cicatrici di quelle frequentazioni. Dalla stessa parte mi troverai è il racconto di un amore vissuto a mille nei giorni in cui tutto era ancora possibile e di una vita spezzata al tempo del disincanto collettivo prima di essere consegnata all’oblio. Con un rigore che non ammette sconti, Valentina Mira fa luce sul vittimismo osceno dei carnefici, demolendo retoriche, alibi, miti di quella destra che si è presa l’Italia.
“Mi accusano di revisionismo, di non avere pietà per le vittime di Acca Larentia, ma fanno una confusione strumentale dimostrando di non conoscere le mie pagine: i ragazzi che morirono in quegli anni terribili erano tutti vittime, spesso non avevano neppure il libero arbitrio di decidere il proprio destino. L'ho scritto e lo ripeto. Diverse invece sono le commemorazioni con i saluti romani e le croci celtiche. Quelli proprio non posso giustificarli, perché io sono e resto antifascista”. – Valentina Mira per La Repubblica
“Il romanzo di Mira viene descritto dai detrattori come un manifesto di «odio antifascista» e una «ricostruzione a senso unico» dei fatti di Acca Larentia. Basterebbe intanto sfogliarlo per rendersi conto che, nelle intenzioni e nell'esito, è un'altra cosa. […] Mira costruisce una sorta di reportage emotivo dal decennio che precede la sua nascita. Non offende la memoria delle vittime; non dà un contributo alla «fiera del revisionismo» […] . Si ferma su un dettaglio ulteriormente doloroso di una storia tragica: una morte derubricata come «danno collaterale», ingiustizia nell'ingiustizia. Chi può sindacare sul diritto di raccontarla?” – Paolo Di Paolo per La Repubblica
- Lunghezza stampa256 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreSEM
- Data di pubblicazione12 gennaio 2024
- Dimensioni13.8 x 2.1 x 21.5 cm
- ISBN-108893905833
- ISBN-13978-8893905831
Spesso comprati insieme
I clienti che hanno visto questo articolo hanno visto anche
- Noi due ci apparteniamo. Sesso, amore, violenza, tradimento nella vita dei bossRoberto SavianoCopertina flessibile
Dall'editore
Candidato al Premio Strega 2024
Acca Larentia: l'altra storia di un mistero italiano
Questa storia comincia una sera d’inverno, il 7 gennaio 1978. Davanti a una sede del Movimento sociale italiano nel quartiere Appio Latino, a Roma, vengono uccisi a colpi d’arma da fuoco due attivisti di destra. Da quel momento, i morti di Acca Larentia diventano icone intoccabili del neofascismo.
Questa storia ricomincia il 30 aprile 1987, quando viene arrestato Mario Scrocca, un militante di estrema sinistra. Secondo gli inquirenti, Scrocca avrebbe fatto parte del commando che colpì ad Acca Larentia. Lo troveranno cadavere ventiquattro ore più tardi, impiccato in una cella di Regina Coeli. Ma troppe cose non tornano…
Questa storia senza fine ricomincia – una volta ancora – un pomeriggio di giugno del 2021. Due donne si incontrano sotto il cielo di Roma. Rossella ha sessant’anni ed è la vedova di Mario Scrocca. Valentina, di anni, ne ha trenta, è cresciuta dalle parti di Acca Larentia, in passato ha frequentato dei neofascisti e si porta dentro le cicatrici di quelle frequentazioni.
Dalla stessa parte mi troverai è il racconto di un amore vissuto a mille nei giorni in cui tutto era ancora possibile e di una vita spezzata al tempo del disincanto collettivo, prima di essere consegnata all’oblio. Con rigore, Valentina Mira fa luce sul vittimismo osceno dei carnefici, demolendo retoriche, alibi, miti di quella destra che si è presa l’Italia.
Dettagli prodotto
- Editore : SEM (12 gennaio 2024)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 256 pagine
- ISBN-10 : 8893905833
- ISBN-13 : 978-8893905831
- Peso articolo : 260 g
- Dimensioni : 13.8 x 2.1 x 21.5 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 528 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 1 in Narrativa politica (Libri)
- n. 7 in Ideologie politiche (Libri)
- n. 27 in Studi culturali e sociali (Libri)
- Recensioni dei clienti:
Recensioni clienti
Le recensioni dei clienti, comprese le valutazioni a stelle dei prodotti, aiutano i clienti ad avere maggiori informazioni sul prodotto e a decidere se è il prodotto giusto per loro.
Per calcolare la valutazione complessiva e la ripartizione percentuale per stella, non usiamo una media semplice. Piuttosto, il nostro sistema considera cose come quanto è recente una recensione e se il recensore ha acquistato l'articolo su Amazon. Ha inoltre analizzato le recensioni per verificarne l'affidabilità.
Maggiori informazioni su come funzionano le recensioni dei clienti su AmazonRecensioni con immagini
-
Migliori recensioni
Recensioni migliori da Italia
Al momento, si è verificato un problema durante il filtraggio delle recensioni. Riprova più tardi.
La storia ha inizio in una fredda sera d'inverno del 1978, di fronte alla sede del Movimento Sociale nell'Appio Latino, a Roma, dove due attivisti di destra perdono la vita in un tragico sparo. Da quel momento, quei morti diventano icone intoccabili del neofascismo italiano. Ma il racconto non si ferma qui, esso si ramifica attraverso gli anni e le vicende dei personaggi, fino a giungere al cuore del presente.
Il fulcro della narrazione è il personaggio di Valentina, una donna che porta con sé il peso delle proprie scelte giovanili, dei legami con il passato, e delle cicatrici lasciate dalle frequentazioni con i neofascisti. Questo incontro tra il passato e il presente diventa il terreno fertile in cui germoglia un amore struggente e un'indagine profonda sull'animo umano.
Mira, con una prosa incisiva e senza compromessi, scava nelle pieghe più oscure della storia italiana, svelando i meccanismi perversi del vittimismo dei carnefici e smontando retoriche e miti della destra estrema. Il suo stile non concede tregua, affonda le sue radici nel rigore dell'analisi e nell'urgenza di dare voce a quelle voci soffocate dalla storia ufficiale.
Attraverso il personaggio di Rossella, vedova di un militante di estrema sinistra, Mira ci porta a esplorare il dolore e l'ingiustizia di chi è stato marchiato dall'ombra del sospetto e dalla violenza politica. Ma il suo intento non è quello di alimentare odio o rancore, bensì di gettare luce su una verità spesso distorta o taciuta.
Le critiche mosse al romanzo come manifesto di "odio antifascista" o "ricostruzione a senso unico" dei fatti di Acca Larentia si rivelano superficiali di fronte alla complessità e alla profondità della narrazione di Mira. Il romanzo non cerca di riscrivere la storia, ma di restituire dignità alle vittime e di denunciare le ingiustizie perpetrate nel nome di ideali distorti.
In conclusione, "Dalla stessa parte mi troverai" si presenta come un'opera audace e necessaria, capace di risvegliare le coscienze sopite e di aprire un dialogo su temi cruciali della nostra storia e della nostra identità. Con la sua visione originale e la sua voce vibrante, Valentina Mira ci invita a guardare al passato con occhi nuovi e a non dimenticare mai le lezioni che esso ci impartisce.
Per chi ha avuto la fortuna di non averli vissuti, il libro della Mira può essere un tassello per la loro comprensione da parte delle generazioni che gli "anni di piombo" li hanno sentiti solo raccontare.
Comunque la si pensi sugli eventi quel periodo storico, Valentina Mira è una giovane scrittrice di grande talento e di sicuro futuro: la sua è una prosa fluida e accattivante.
Mi aspettavo un taglio saggistico, ma già dalle prime pagine si capisce che non ne ha la pretesa. È un romanzo, scritto con linguaggio a tratti terra terra, «semplice ma non semplicistico» (ma mi si permetta una certa perplessità su questo punto, quando mi trovo sotto gli occhi frasi come: «In breve, la strage di Bologna: è il 2 agosto 1980, una bomba ammazza un centinaio di persone», o «Occam era questo frate francescano...»).
È anche (tanto, troppo per i miei gusti) il racconto della presa di coscienza dell'autrice, che ha scoperto l'antifascismo. Cosa veramente buona e giusta, se non fosse che ci tiene a farcelo sapere, con l'entusiasmo dei convertiti. Seguono verbose elucubrazioni sociologiche sul fascista che è dentro di noi (?), sulla femminilità che è un costrutto, ma «se ti va di truccarti puoi truccarti» (com'è umanə lei), l'insistenza asfissiante sul concetto di vittimismo (vittima, vittimismo e loro derivati ricorrono quasi 50 volte in un testo tutto sommato abbastanza breve).
Ecco, tutto ciò è senz'altro lodevole finché parliamo di un percorso di crescita personale dell'autrice, può pure avere un fine terapeutico (e infatti l'autrice in terapia c'è stata e, va da sé, ce lo dice), ma per quanto mi riguarda non aggiunge nulla alla narrazione, anzi. Comunque, spogliato di qualche riflessione personale di troppo, rimane un romanzo interessante, scorrevole, che si propone di far conoscere una vicenda poco nota di malagiustizia e di sollecitare il discorso pubblico sulla condizione dei detenuti - e già solo per questo, ben venga! Certo, da qui a candidarlo al Premio Strega...