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Come non scrivere. Consigli ed esempi da seguire, trappole e scemenze da evitare quando si scrive in italiano. Con ebook Copertina flessibile – 30 gennaio 2018
- ISBN-108851156972
- ISBN-13978-8851156978
- EditoreUTET
- Data di pubblicazione30 gennaio 2018
- LinguaItaliano
- Dimensioni15.4 x 2.6 x 22.6 cm
- Lunghezza stampa328 pagine
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Dettagli prodotto
- Editore : UTET (30 gennaio 2018)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 328 pagine
- ISBN-10 : 8851156972
- ISBN-13 : 978-8851156978
- Peso articolo : 440 g
- Dimensioni : 15.4 x 2.6 x 22.6 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 61.341 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 234 in Manuali di scrittura (Libri)
- Recensioni dei clienti:
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Ho riso sulle tante espressioni urticanti che si sentono, ma è stato utile perché ho scoperto anche alcune mie cattive abitudini. Ha avuto l’effetto della pietra pomice che ci libera da brutte escrescenze.
Non tutti i consigli riportati sono però da recepire acriticamente. Per gusto personale, mi limito a due esempi. Il primo riguarda le citazioni. Da taluni considerato saccente, snob e un po’ narcisistico, il vezzo delle citazioni erudite sembra dettato, ai due estremi, dal ricorso del principio di autorità (l’Ipse dixit) per avallare deboli argomentazioni, o dall’ostentazione di una millantata cultura. Oppure, ed è l’interpretazione che prediligo, si tratta della capacità di saper ascoltare la voce di tanti pensatori che, generosamente, con le loro pillole di saggezza ci suggeriscono spunti di riflessione non banali – non è quindi citazionismo esasperato. Il capitolo “Intervallo. Citate, poco, pochissimo, quasi niente” può essere letto in chiave critica della propensione marcata di abusare delle citazioni. Tuttavia, resto dell’opinione che “quando la menzione ci vuole, ci vuole”. Anche per evitare immeritate accuse di plagio.
Il secondo esempio riguarda la raccomandazione, tipica dei linguisti attenti allo stile, di fare un uso parco degli aggettivi (e degli avverbi). Sennonché ogni regola ammette le sue brave eccezioni; infatti, il compianto Giuseppe Pontiggia nel saggio “Dentro la sera. Conversazioni sullo scrivere” osserva acutamente, e pour cause, che “se si usano in modo efficace cinque aggettivi, vuol dire che quattro sono pochi e sei ridondanti”.
Quanto allo stile di scrittura e al tono dichiaratamente affabulatorio, sembra quasi che l’Autore in quest’opera si diverta a “épater le bourgeois”, oltre che consigliare il lettore.
Ciò detto, l’anti-manuale di Giunta, brillante nello stile e solido nei contenuti, è meritevole di non cursoria attenzione da parte di tutti gli appassionati della lingua italiana.
L'autore usa un registro divertente e raffinato e non lascia spazio a luoghi comuni o facili entusiasmi.
A tratti vagamente ripetitivo, anche per via di una salda coerenza, non diventa mai pesante ma è (giustamente?) totalmente vincolato dalla visione di Giunta.