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Quando viaggiare era un'arte. Il romanzo del Grand tour Copertina flessibile – 1 giugno 2017
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- ISBN-108815271503
- ISBN-13978-8815271501
- EditoreIl Mulino
- Data di pubblicazione1 giugno 2017
- LinguaItaliano
- Dimensioni20.6 x 1.2 x 12.6 cm
- Lunghezza stampa179 pagine
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Dettagli prodotto
- Editore : Il Mulino (1 giugno 2017)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 179 pagine
- ISBN-10 : 8815271503
- ISBN-13 : 978-8815271501
- Peso articolo : 100 g
- Dimensioni : 20.6 x 1.2 x 12.6 cm
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In questo libro breve, ma denso, parla delle origini del Gran Tour e delle caratteristiche del viaggiatore - partendo dalla metà del 1700 - che intraprendeva il viaggio in Europa e che normalmente era tra i 16 e i 22 anni, con studi completi alle spalle (in quel periodo si cresceva in fretta), pronto ad affrontare disagi, scambi culturali, alimentando la propria curiosità e approfondendo la propria cultura al fine da poter essere ammesso nel mondo degli adulti, una volta rientrato in patria.
Ma Brilli ci porta anche quasi fisicamente nelle locande francesi, in cui i letti sono comodi e (dice il viandante inglese) non hanno bisogno di venir riscaldati, mentre al valico alpino di Susa, ormai in territorio italiano, le locande sono affollate e c'è un grande viavai: "lunghe file di muli che vanno avanti e indietro per l'alpe, fabbri e lettighieri smontano e rimontano le carrozze." Per scendere a valle si utilizza la tecnica di far scivolare i viaggiatori tramite slitte trattenute da guide fornite di scarponi arpionati , mentre i pezzi delle vetture vengono trasportati a dorso di mulo. Insomma, era indispensabile possedere una buona dose di spirito d'avventura e di adattamento.
Ora, non posso certo dire di rimpiangere quei tempi in cui viaggiava per diletto solo chi aveva beni sostanziosi e si portava dietro una marea di bagagli e ingombri vari, però visitare oggi qualsiasi luogo minimamente conosciuto sta diventando un'impresa titanica causa affollamento e l'unico modo per assaporare un po' di bellezza solitaria è infrattarsi in posti ormai snobbati dalla massa. Ma comincia a essere una fatica anche trovarli.
La lettura di questo libro porta con sé il piacere dell'avventura statica, senza pidocchi, ruote che si impantanano, stamberghe puzzolenti, ma guardando con gli occhi dei nostri avi un mondo che si apriva come una scena teatrale. Il viaggio mentale può essere di grande soddisfazione, se fatto assieme a Brilli.
All’inizio il lessico forbito scoraggia, ma sono così tante le curiosità che dopo poche pagine diventa entusiasmante.