Siamo nel 1956. Il giovane perito industriale Augusto Prinivelli abita a Bellano con la zia Tripolina che l’ha cresciuto dopo che è rimasto orfano.
A venticinque anni, però, desidera cambiare vita e va a lavorare a Lecco, nell’azienda di Bazzi Vinicio. Qui conosce Birce, la figlia del titolare, più grande di lui e abbastanza navigata. In breve tempo si fidanzano e si sposano.
Ma la famiglia Bazzi, molto predisposta agli affari e attaccata al denaro, mette gli occhi sul caseggiato di proprietà della Tripolina, ormai anziana, che affitta per quattro lire appartamenti fatiscenti.
La Birce e suo padre iniziano a fare progetti, si potrebbe abbattere tutto e ricostruire, con grandissimo vantaggio economico.
Certo, però, non si può aspettare che la zia muoi, bisogna procedere e farle mettere una firmetta che permetterà ad Augusto di diventare subito proprietario.
Ma la faccenda non è poi così semplice. Il giovane tergiversa, la Birce è furibonda, i genitori della ragazza terribilmente avidi.
Tra Bellano e Lecco, sullo sfondo del lago, si svolge una breve, ma vivace vicenda, dove sentimenti ce ne sono pochi, ma molto realismo, cinismo, materialismo. I personaggi sono ben tratteggiati, la prosa scorrevole, i dialoghi a tratti esilaranti, con imprevedibile epilogo.
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