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50 sfumature di violenza. Femminicidio e maschicidio in Italia Copertina flessibile – 9 novembre 2017
- Lunghezza stampa224 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreCairo
- Data di pubblicazione9 novembre 2017
- Dimensioni15.2 x 1.8 x 21.2 cm
- ISBN-108860528410
- ISBN-13978-8860528414
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Dettagli prodotto
- Editore : Cairo (9 novembre 2017)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 224 pagine
- ISBN-10 : 8860528410
- ISBN-13 : 978-8860528414
- Peso articolo : 280 g
- Dimensioni : 15.2 x 1.8 x 21.2 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 282,954 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 4,122 in T-shirt da donna
- Recensioni dei clienti:
Informazioni sull'autore

Barbara Benedettelli è saggista e giornalista pubblicista. Socio fondatore e Vicepresidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, da anni dà voce a tutte le Vittime di violenza e ai familiari delle Vittime di omicidio. Già autrice e curatrice del programma Top Secret (Mediaset) e titolare di rubriche sulla carta stampata, si è occupata di cronaca nera.
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Attestare che il fenomeno della violenza domestica non sia a senso unico, e fornire un quadro concreto delle conseguenze che essa determina in seno ai crimini che al suo interno vengono commessi, è un esercizio di grandissimo valore in questo momento storico.
Anche le donne possono essere carnefici.
Consegnare a tutti noi questa visione, che vede non soltanto la donna “vittima” della violenza, ma bensì anche l’uomo, è un atto dovuto, ed anche coraggioso.
Ciò che emerge dai tanti racconti, e dalle testimonianze meticolosamente incasellate nel viaggio che attraversiamo leggendo le pagine del libro, è un pugno allo stomaco incredibile, una visione a 360 che non lascia spazio ad equivoci.
Esiste il “maschicidio”, temine coniato e provocatoriamente descritto nel libro, e la sua genesi ha una connotazione altrettanto violenta, se non a volte anche superiore, alla violenza domestica maschile.
Alla fine della lettura del libro, viene naturale assimilare i due fenomeni come parte di un unico problema sociale. Ed è questa la grande forza e vittoria di questo saggio.
Oggi siamo condizionati sicuramente dalle notizie, ed abbiamo una visione soggettiva ancorata a stereotipi consolidati, per cui viene facile indirizzare il nostro giudizio.
Confesso realmente che io per primo, prima di leggere il libro, non avevo alcuna idea che dietro la parola “violenza domestica” fosse presente una così alta quantità di fenomeni che vedono la donna carnefice. Non avevo alcuna idea della violenza che potesse perpetrare una donna, nei tantissimi modi, sia fisica, che psicologica, sino a quella definitiva della morte. Ora ho una prospettiva completamente diversa. Ora ho consapevolezza che stiamo affrontando un fenomeno molto più vasto di quello che conosciamo.
L’autrice non ci da risposte. Ma ci fornisce innumerevoli spunti di riflessione uniti a documenti di natura scientifica e statistiche puntuali che ci consentono di esplorare le mille sfaccettature della violenza domestica, fra matricidi, patricidi, figlicidi, e così via.
E’ un libro importante. Pioniere nella visione a tutto tondo di un fenomeno che nel tempo ha visto indubbiamente una escalation drammatica, ma del quale effettivamente le cronache fanno cogliere solo pochi dei tanti aspetti. L’autrice non certo tende a sminuire la drammaticità e l’efferatezza del fenomeno del cosiddetto “femminicidio”, che ha numeri enormi, ma tende a sottolineare l’importanza e la necessità di dover analizzare sotto il profilo sociale il fenomeno degli omicidi in ambito domestico nella sua interezza.
Pilastro indiscusso è la Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia il 27 giugno del 2013 che “pur mettendo in primo piano la tutela della donna in virtù del numero sproporzionato di vittime, inserisce per la prima volta, in un trattato internazionale la possibilità che sia violenza femminile contro gli uomini”. Lo fa in primis utilizzando qualifiche neutre come “partner o coniuge”, tenendo quindi come giustamente sottolinea l’autrice, conto di tutti.
Ed è quel “conto di tutti” che deve farci da guida nella comprensione, analisi e presa di coscienza di questa piaga sociale, se vogliamo debellarla, definitivamente.
Un libro che raccomando a tutti, perchè ci consegna una verità che oggi, da nessuna parte, è descritta così ampiamente e meticolosamente.
Chiunque sia capace di far uso di discernimento critico e abbia un po' di esperienza sulle cose del mondo, è perfettamente in grado di rendersi conto di quanto la moderna narrazione della violenza domestica sia pesantemente falsata da fanatismi e censure ideologiche.
Il libro di Barbara Benedettelli è una ventata di aria fresca, di lucida obbiettività in un contesto oggi quasi totalmente viziato da fanatismi, ipocrisie esagerazioni e menzogne vere e proprie.
Le cose che ho apprezzato di più (ma ce ne sono tante altre) sono la perfetta consapevolezza che la violenza domestica è, per lo più, una spirale in escalation di reciproche violenze non legate a un sesso o a un genere (dove alla fine "prevale" chi è costituzionalmente più forte), l'onestà intellettuale animata da intenti decisamente positivi (l'obbiettivo di fare davvero qualcosa di concreto per contrastare la violenza di genere prendendola per quello che è, senza pregiudizi sessisti) e l'intelligenza con la quale perseguire questa strategia, ossia senza attaccarsi a costrutti e teoremi alla moda o di segno opposto a quelli che vanno per la maggiore, ma prendendo tutto quello che c'è di buono in ciò che è stato fatto anche da chi porta avanti battaglie drogate dall'ideologia. La Convenzione di Istanbul, così come l'azione dei centri anti violenza, pur essendo spesso promossi da persone animate da forti sentimenti misandrici, grazie a un approccio intelligente come quello dell'Autrice, possono diventare forti strumenti di tutela delle tante sconosciute persone di sesso maschile oppresse dalla violenza di genere.
50 Sfumature di violenza dovrebbe davvero essere letto da tutti.