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Un litro di lacrime: Il libro culto in Giappone che l'Occidente non ha mai conosciuto Formato Kindle
- LinguaItaliano
- EditoreRizzoli
- Data di pubblicazione1 ottobre 2019
- Dimensioni file915 KB
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Dettagli prodotto
- ASIN : B07XR99FQM
- Editore : Rizzoli (1 ottobre 2019)
- Lingua : Italiano
- Dimensioni file : 915 KB
- Da testo a voce : Abilitato
- Screen Reader : Supportato
- Miglioramenti tipografici : Abilitato
- Word Wise : Non abilitato
- Memo : Su Kindle Scribe
- Lunghezza stampa : 178 pagine
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 20.879 in Kindle Store (Visualizza i Top 100 nella categoria Kindle Store)
- n. 415 in Narrativa biografica (Libri)
- n. 11.379 in Letteratura e narrativa (Kindle Store)
- Recensioni dei clienti:
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Prima di cominciare, però, desidero chiarire una cosa con chi (anche se per fortuna sono pochi) non ha apprezzato o capito questo libro.
Qui si tratta di un diario di una ragazzina con una malattia degenerativa ancora attualmente incurabile, che non le ha lasciato scampo.
E' logico che chi cerca il raffinato stile narrativo potrebbe rimanere deluso. Questo non è il "luogo" dove trovare la tecnica narrativa più coinvolgente.
Solo, va tenuto presente che per questa ragazza, scrivere ogni singolo carattere del suo diario di vita è stato uno sforzo in salita, finanche estremo, negli ultimi anni in cui ha potuto impugnare una penna o una matita per scrivere (il diario fu pubblicato circa due anni prima della sua scomparsa. Nei suoi ultimi tempi Aya poté soltanto puntare il dito su una tabella coi caratteri hiragana per esprimersi, e verso la fine non ha più nemmeno potuto muoversi).
Ciò detto torno alla mia "recensione".
Questo libro è l'incontro con la storia e i pensieri di una ragazzina giapponese tra la fine degli anni 70 e gli anni 80, che scopre di avere una malattia genetica incurabile chiamata atassia spinocerebellare. Gradualmente la sua vita (e quella dei suoi familiari) cambia, e con il deteriorarsi del suo corpo e delle sue funzioni, si sgretolano uno dopo l'altro i suoi probabili piani sul futuro. Perciò lei si trova agli antipodi rispetto ad una società frenetica in cui tutto va veloce, soprattutto lo sviluppo delle proprie competenze e la collocazione nel mondo del lavoro.
E' un andare incontro ad una prognosi nefasta.
Eppure, in mezzo a tanti racconti di pianto e descrizioni sul deterioramento fisico (cadute, denti rotti, lentezza, impedimento a muoversi, difficoltà di mangiare, difficoltà di parlare), c'è un pensiero che rimane lucidissimo (infatti il cervello e le facoltà cognitive non sono intaccate, la malattia colpisce cervelletto e innervazione spinale) e più di tutto rimane lucidissimo e rimarcato più e più volte, il desiderio di vivere di Aya, continuare a vivere fino all'ultimo istante.
Ed è questa la vera potenza che emerge da Aya Kito: una forza dirompente ma dolce, il desiderio di restituire l'amore ricevuto con tutte le sue forze, anche con un sorriso (se cercate le sue foto su internet, esiste anche una foto di lei con amici/compagni di scuola, seduta su un prato, mentre dona al fotografo un sorriso "sdentato" ma di rara dolcezza, purezza e autenticità). Gli occasionali momenti di poesia. La sua felicità scaturita anche solo dal sentire con la mano che il suo cuore batte.
Momenti di profonda riflessione per il lettore attento, che troverà nelle parole di Aya Kito degli spunti di riflessione e gratitudine per tutte quelle cose che diamo per scontato nella nostra vita quotidiana.
Questo racconto di vita suscita della profonda meditazione sul nostro concetto di "normalità" e sulle copiose fortune che sono la salute, la capacità di muoversi, studiare, lavorare, realizzare piccoli e grandi progetti.
Questo racconto è un antidoto per chi si darebbe per vinto facilmente.
Ed è proprio questo antidoto l'intero senso della vita difficile di Aya, o meglio la sua creazione di senso della vita. Senso che di partenza non c'è o non si vede, proprio perché questo senso viene creato esistendo e persistendo.
E' un diario che si è diffuso rapidamente in Giappone, gradualmente nel resto del mondo (attraverso la traduzione dei sottotitoli del film e poi del drama di 11 episodi, entrambi andati in onda tra 2004 e 2005), fino ad arrivare negli anni 2010 in Italia grazie ad una tesi di traduzione di una studentessa di Giapponese dell'Università di Venezia.
Una nota aggiuntiva: un grande tributo e ringraziamento va anche ai genitori e in particolare alla mamma di Aya, Shioka Kito, ad oggi ancora vivente ma in età avanzata (prossima agli 88 anni), la quale è stata la principale motivatrice morale della figlia, e promotrice del suo diario.
A sua volta Shioka Kito stessa ha scritto un diario del suo punto di vista riguardo alla convivenza con la malattia della figlia, dal titolo "Hurdles of life (corsa a ostacoli della vita)" il quale non è ancora stato tradotto dal giapponese - implicitamente invito la traduttrice, Caterina Zolea, a permetterci di leggerlo in italiano, se avrà mai occasione di lavorarci!
Ultimo ma non d'importanza, un grande ringraziamento va dato alla dottoressa che ha seguito ed esortato Aya a scrivere il suo diario, la quale a sua volta a fine libro ha lasciato una nota degna di lettura.
A tutti voi auguro buona lettura e buona crescita.
Ad Aya lascio questo mio segno di affetto e gratitudine. Anch'io come i milioni di altri lettori e spettatori degli sceneggiati ricavati dal diario, sono parte di coloro ai quali questa storia e questa persona rimane impressa nel cuore per il resto della propria vita.
Leggete il libro, non date per scontato nessun momento della vita e nessuna delle vostre persone care, lasciate andare i rancori verso chi vi odia, visitate i malati, donate quello che potete alla ricerca medico-scientifica.
Mentre sul contenuto del libro, vi riporto qui la mia recensione:
Il diario di Kito Aya è struggente, commuove e fa pensare, ci mette di fronte agli occhi la disabilità, quella che spesso non vogliamo vedere perché troppo pesante e triste da vedere soprattutto in una ragazzina. Aya ci fa entrare dentro la sua malattia, ci mette nella condizione di scoprire come ci si sente ad avere una malattia come la SCA, l' attasia spinocerebellare, passo dopo passo, tra il passaggio della sua vita adolescenziale fino all' età adulta. Il suo coraggio e la sua forza di volontà resta impressa tra le pagine di questo diario. Avevo visto in passato il drama giapponese, ispirato a questo diario, ma posso dire che non è stato altrettanto bello, perché sono state cambiate molte cose, si è voluto necessariamente creare una storia d'amore, virando ad un dramma romantico, per renderlo più accattivante per gli spettatori. Capisco, anche l' espediente della "love story" nella realizzazione di un telefilm, però non è questa la vera storia di Aya. Kito Aya non ha avuto una storia d'amore come le altre ragazzine, proprio perché la sua malattia non glie l'ha permesso. Dentro di lei, però Aya aveva conservato e nutrito la speranza di potersi innamorare e sposare come tutte le altre persone, e probabilmente, come si evince dal diario doveva essersi presa una cotta per uno specializzando di medicina. Il drama giapponese era molto edulcorato, mentre il diario presenta una realtà molto più cruda e drammatica, eppure, nonostante tutto Aya pur cadendo, e versando un litro di lacrime, riusciva a trovare comunque la forza di volontà per reagire e andare avanti, nonostante il progredire della malattia. Questo non è un libro che si legge per la sua prosa accurata, ma più per la forza e il coraggio della sua protagonista, una ragazza veramente esistita, che ha toccato il cuore di molte persone, per come è stato in grado di fronteggiare la sua malattia. Le sue parole sono semplici e spontanee, abbozzi di una ragazzina, ma efficaci, toccano sul vivo. Aya nel suo diario parla della sua malattia con estrema schiettezza, senza sconti, e tuttavia, non c' è autocommiserazione in lei, ma neanche un eccessiva positività irrealistica, ma si respira in lei solo tanta umanità e voglia di reagire alle avversità, ma non senza vacillamenti e tentennamenti, anzi Aya ne ha tanti, ed è proprio nelle sue fragilità di ragazzina che sta la sua stessa forza, perché nonostante tutto trova lo stesso il modo di asciugarsi il viso e riprovare, trovando sempre nuovi modi per fare quello che la malattia non le consentiva di fare. È un grande esempio di vita per la sua grande forza di volontà. Ebbene, ho versato anche io un litro di lacrime per la cara e piccola Aya.
Aya parla dei suoi sogni e delle sue speranze e della vita quotidiana, leggiamo della lotta e del dolore per ogni singolo respiro.
Un romanzo triste ma che vale la pena leggere.
Questa penso possa essere la frase che meglio rappresenta l'essenza di questo libro.
Si tratta di un'autobiografia, storia commovente di una ragazza che affronta la sua malattia con grande determinazione.