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La disputa felice. Dissentire senza litigare sui social network, sui media e in pubblico Paperback – 22 giugno 2017
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- Età di letturaDa 3 anni in su
- Lunghezza stampa122 pagine
- LinguaItaliano
- Dimensioni14.3 x 1 x 19.3 cm
- EditoreCesati
- Data di pubblicazione22 giugno 2017
- ISBN-108876676414
- ISBN-13978-8876676413
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Dettagli prodotto
- Editore : Cesati (22 giugno 2017)
- Lingua : Italiano
- Paperback : 122 pagine
- ISBN-10 : 8876676414
- ISBN-13 : 978-8876676413
- Peso articolo : 180 g
- Dimensioni : 14.3 x 1 x 19.3 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 114,433 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
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Come questo 'volumetto' (diminutivo e vezzeggiativo insieme) dal titolo "La disputa felice", di Bruno Mastroianni, filosofo 'felicemente' prestato alla comunicazione, il quale da anni studia e opera per cercare di rendere più efficaci i processi di scambio, specie in un mondo sempre più digitalizzato.
Un titolo che di primo acchito potrebbe apparire un ossimoro, ma solo perché, per sbadataggine o ignoranza, leggiamo 'disputa' intendendo 'litigio' e allora, ci domandiamo, come si fa a coniugare lite con felicità, se non si tende, almeno un po', al sadomasochismo?
E invece è un binomio quanto mai centrato e stuzzicante, che non solo, come titolo, mantiene ciò che promette, dimostrando che i due termini possono essere perfettamente congruenti, ma va oltre l'attesa: perché il centinaio di pagine offerte al lettore, tutte scorrevoli e per nulla astratte, sono una miniera di riflessioni intelligenti e di suggerimenti preziosi. Naturalmente il destinatario ideale è chi, nonostante una certa crescente tossicità dell'aria che respiriamo (e che spesso contribuiamo a diffondere, in rete come nella vita di tutti i giorni, con il nostro dialogare respingente, quando non valutativo e insultante), ancora non abbia perso la voglia di confrontarsi con chi la pensa diversamente, gustandosi lo scambio di idee e argomentazioni, anche duro sui temi oggetto di discussione, ma mai 'cattivo' con l'interlocutore, testando il proprio punto di vista e magari cambiandolo, oppure scoprendo il valore di posizioni impensate o all'inizio rifiutate.
La teoria cui Bruno Mastroianni fa riferimento è semplice e concreta: poggia su ricerche e studi ormai consolidati e univoci e viene esposta senza accademismo, in modo piano e chiaro, supportata da esempi facili e immediati. Le 'armi' per 'combattere' con intelligenza i contenuti oggetto delle nostre possibili dispute quotidiane, senza squalificare o offendere le persone che ancora, per fortuna, hanno pensieri diversi dai nostri, ci vengono tutte squadernate davanti.
La garanzia di un buon uso, ovviamente, non ce la dà nessuno, e una precondizione indispensabile perché le dispute producano valore per le parti in gioco, facendo progredire le discussioni ed evitando il troppo frequente avvitamento personalistico, è che le 'armi' che il libro ci segnala diventino al più presto 'cultura' corrente: quanto maggiore è il numero di chi ne farà uso, infatti, tanto più i nostri rapporti saranno finalmente 'disarmati'. Perché si tratta di strumenti che non servono a 'vincere sulle persone', ma a favorire un confronto serio e preciso sui contenuti, mettendo in discussione le posizioni altrui o sostenendo meglio le nostre, in uno spirito di possibile sana condivisione o di altrettanto sana divergenza: un po' di decentramento, quando non di sgonfiamento, dei nostri Io ingombranti, insieme con la consapevolezza che anche il dissenso, se ragionato e 'verificato', può unire chi dissente, sono fattori che aiutano a costruire dialoghi veri, abbandonando quelli, abbondantemente prevalenti, che sono di fatto monologhi travestiti.
Si invoca spesso l'empatia come carburante di rapporti più umani: sarebbe già molto realizzare una maggiore 'vicinanza' con chi dice o scrive cose diverse dalle nostre. Non c'entra il 'buonismo', basterebbe semplicemente un po' di 'egoismo intelligente': servirebbe a capire di più l'altro e magari anche a capire che stiamo sbagliando, acquisendo elementi per correggere il tiro. Oppure servirebbe per trovare nuove ragioni per avere ragione. E in ogni caso ci guadagneremmo una maggiore efficacia nel riuscire a trasmettere all'interlocutore il nostro pensiero, minimizzando i travisamenti e valorizzandone punti forti.
Una lettura leggera ma con qualche spunto interessante.
Una stella la tolgo per la veste editoriale. Uno dei motivi per cui leggo molto su ebook perchè non amo i libri con caratteri piccoli. Visto che si tratta di un volumetto breve credo che l'editore debba scegliere: o usa caratteri un po' più grandi o offre l'alternativa digitale.
Lavoro nell'ambito della comunicazione ma l'ho trovato adatto davvero a tutti perché propone interessanti riflessioni su come comunichiamo e discutiamo online e, al contempo, offre strumenti molto pratici sul come farlo nel modo più produttivo.
Nell'epoca dei troll e degli haters un vademecum essenziale ad un prezzo accessibilissimo.
Consiglio!