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Il fabbricante di sogni Copertina rigida – 26 febbraio 2019
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa322 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreDeA Planeta Libri
- Data di pubblicazione26 febbraio 2019
- Dimensioni15 x 3 x 22 cm
- ISBN-108851168261
- ISBN-13978-8851168261
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Dall'editore

"Incantevole, un debutto che vi lascerà senza fiato" - Booklist
Cracovia, 1939. Solo chi crede nella magia può sopravvivere alla realtà. Una favola universale, un romanzo straordinariamente commovente.
Dettagli prodotto
- Editore : DeA Planeta Libri (26 febbraio 2019)
- Lingua : Italiano
- Copertina rigida : 322 pagine
- ISBN-10 : 8851168261
- ISBN-13 : 978-8851168261
- Peso articolo : 440 g
- Dimensioni : 15 x 3 x 22 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 118,609 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 9,711 in Narrativa contemporanea (Libri)
- n. 12,866 in Narrativa letteraria (Libri)
- n. 36,485 in Narrativa di genere (Libri)
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Karolina è un giocattolo che vive nella terra delle bambole. E' un posto bellissimo dove le case sono fatte di pan di zenzero, le tende di fiori intrecciati, i sassi son caramelle alla menta e la neve non è altro che zucchero... qui vivono i giocattoli che, abbandonati dai bambini, aspettano di por tornare sulla terra.
Un giorno purtroppo la pace e la serenità di questo posto magico saranno distrutti da dei ratti giganti che invaderanno il paese, l'unica cosa che Karolina può fare è fuggire... finché, sorretta da un vento gentile, arriverà all'interno di un negozio di giocattoli, risvegliandosi. Qui vive Cyryl Brzezick... un abile giocattolaio con una gamba di legno reduce dalla prima guerra e con il cuore spezzato dalle tante sofferenze. Ha creato Karolina, come tutte le altre bambole, ma quello che non sa è che lei non è come le altre, lei ha un cuore che batte e sa parlare.
La vita a Cracovia prosegue tranquillamente, la piazza principale piena di artisti, gente che entra ed esce dai negozi, bambini che giocano tra le vie. Tutto questo però ha una fine, siamo nel 1939 e le forze naziste hanno occupato la Polonia. Tutti gli ebrei a breve saranno costretti a lasciare le proprie case e trasferirsi nei ghetti dedicati loro. Una storia che conosciamo bene purtroppo... e sappiamo già come finisce...
Questo libro è un'ode a tutte quelle persone che hanno perso la vita in quella insensata strage, non solo ebrei, ma anche tedeschi che non hanno voluto abbandonare i loro amici, voltandogli le spalle.
Il libro è carico di dolcezza ma anche tanto amaro che ti lascia sconfitto. Una narrazione fluida ti permette di leggere senza sosta una storia che ti entra nel cuore e ne fa quel che vuole, una storia che lascia tanta tristezza dentro e quella orribile e sconcertante sensazione di impotenza che assale chiunque abbia un minimo di umanità.
L'autrice ha voluto narrare di un avvenimento storico, che nessuno deve dimenticare, intrecciandolo con un pizzico di magia; i suoi personaggi sono tutti inventati, questo è vero, ma dietro ognuno di essi ci sono i tanti volti delle persone che realmente hanno vissuto questo incubo.
Ho amato Karolina, una semplice bambola di legno ma con un coraggio incredibile, una forza invincibile in un cuoricino tanto piccolo, e il giocattolaio.... cosa dire di una persona che poteva pensare solo alla propria salvezza ed invece mette in gioco tutto, tanta tristezza nei miei occhi e il mio cuore piange solo al pensiero che tanti hanno subito le stesse conseguenze.
Ho pianto lo ammetto, e scrivere questa recensione mi fa piangere di nuovo, perché pensare a cosa devono aver passato tutte quelle persone è un dolore incontenibile. Il fabbricante di sogni di R.M. Romero è una favola, una bellissima favola che ci insegnerà la storia e ce ne regalerà una versione adatta a tutti; ci farà conoscere personaggi belli ma anche i cattivi avranno la loro parte, come l'ufficiale delle SS Erich Brandt, insensibile e crudele.
Vi invito a leggere questo libro e leggetelo anche ai vostri figli se ne avete, è una storia delicata che può insegnare ad amare il prossimo e magari ad evitare che tutto quello possa riaccadere.
L'autrice infatti ci lascia con poche parole alla fine, parole che ho voluto riportare, affinchè il suo messaggio sia letto anche da coloro che non potranno leggere il suo libro.
"Se c'è una cosa di questo libro che spero portiate con voi è quello che Karolina ha detto a Brandt: <<Hai sempre una scelta>>. Possiamo decidere di prendere parte ad atti esecrabili, di guardare dall'altra parte... o di alleviare il dolore che vediamo nel mondo con la gentilezza e il coraggio. Per favore, siate gentili. Per favore, siate coraggiosi. Per favore, non lasciate che succeda ancora."

Karolina è un giocattolo che vive nella terra delle bambole. E' un posto bellissimo dove le case sono fatte di pan di zenzero, le tende di fiori intrecciati, i sassi son caramelle alla menta e la neve non è altro che zucchero... qui vivono i giocattoli che, abbandonati dai bambini, aspettano di por tornare sulla terra.
Un giorno purtroppo la pace e la serenità di questo posto magico saranno distrutti da dei ratti giganti che invaderanno il paese, l'unica cosa che Karolina può fare è fuggire... finché, sorretta da un vento gentile, arriverà all'interno di un negozio di giocattoli, risvegliandosi. Qui vive Cyryl Brzezick... un abile giocattolaio con una gamba di legno reduce dalla prima guerra e con il cuore spezzato dalle tante sofferenze. Ha creato Karolina, come tutte le altre bambole, ma quello che non sa è che lei non è come le altre, lei ha un cuore che batte e sa parlare.
La vita a Cracovia prosegue tranquillamente, la piazza principale piena di artisti, gente che entra ed esce dai negozi, bambini che giocano tra le vie. Tutto questo però ha una fine, siamo nel 1939 e le forze naziste hanno occupato la Polonia. Tutti gli ebrei a breve saranno costretti a lasciare le proprie case e trasferirsi nei ghetti dedicati loro. Una storia che conosciamo bene purtroppo... e sappiamo già come finisce...
Questo libro è un'ode a tutte quelle persone che hanno perso la vita in quella insensata strage, non solo ebrei, ma anche tedeschi che non hanno voluto abbandonare i loro amici, voltandogli le spalle.
Il libro è carico di dolcezza ma anche tanto amaro che ti lascia sconfitto. Una narrazione fluida ti permette di leggere senza sosta una storia che ti entra nel cuore e ne fa quel che vuole, una storia che lascia tanta tristezza dentro e quella orribile e sconcertante sensazione di impotenza che assale chiunque abbia un minimo di umanità.
L'autrice ha voluto narrare di un avvenimento storico, che nessuno deve dimenticare, intrecciandolo con un pizzico di magia; i suoi personaggi sono tutti inventati, questo è vero, ma dietro ognuno di essi ci sono i tanti volti delle persone che realmente hanno vissuto questo incubo.
Ho amato Karolina, una semplice bambola di legno ma con un coraggio incredibile, una forza invincibile in un cuoricino tanto piccolo, e il giocattolaio.... cosa dire di una persona che poteva pensare solo alla propria salvezza ed invece mette in gioco tutto, tanta tristezza nei miei occhi e il mio cuore piange solo al pensiero che tanti hanno subito le stesse conseguenze.
Ho pianto lo ammetto, e scrivere questa recensione mi fa piangere di nuovo, perché pensare a cosa devono aver passato tutte quelle persone è un dolore incontenibile. Il fabbricante di sogni di R.M. Romero è una favola, una bellissima favola che ci insegnerà la storia e ce ne regalerà una versione adatta a tutti; ci farà conoscere personaggi belli ma anche i cattivi avranno la loro parte, come l'ufficiale delle SS Erich Brandt, insensibile e crudele.
Vi invito a leggere questo libro e leggetelo anche ai vostri figli se ne avete, è una storia delicata che può insegnare ad amare il prossimo e magari ad evitare che tutto quello possa riaccadere.
L'autrice infatti ci lascia con poche parole alla fine, parole che ho voluto riportare, affinchè il suo messaggio sia letto anche da coloro che non potranno leggere il suo libro.
"Se c'è una cosa di questo libro che spero portiate con voi è quello che Karolina ha detto a Brandt: <<Hai sempre una scelta>>. Possiamo decidere di prendere parte ad atti esecrabili, di guardare dall'altra parte... o di alleviare il dolore che vediamo nel mondo con la gentilezza e il coraggio. Per favore, siate gentili. Per favore, siate coraggiosi. Per favore, non lasciate che succeda ancora."

Partiamo dai punti forti. L’ambientazione, Cracovia nei primi periodi dell’occupazione tedesca nel 1939 sino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ho amato la scelta di questo sfondo e soprattutto la scelta di raccontare l’occupazione e le prime dinamiche dell’insedio tedesco nel paese. Spesso si sente parlare di Olocausto ma poco dei primi attimi in cui tutto è partito, quando i tedeschi hanno iniziato il loro “lavoro” di umiliazione della popolazione polacca. Il fatto di mettere in netta contrapposizione il bene e il male. Una netta distinzione tra chi sceglie di essere gentile nonostante tutto e chi invece esegue senza chiedersi quali possano essere le conseguenze.
Ho amato tantissimo l’idea, a mio parere geniale, di inserire la magia in un contesto simile, dando quel piccolo bagliore di speranza quando la speranza non c’era. Ho adorato questo rapporto magico tra il Giocattolaio e la sua bambola Karolina. Un legame insolito e quasi grottesco oserei dire, che aveva del potenziale da vendere. Dico aveva perché secondo me il vero potenziale di questa storia non è stato sfruttato al meglio. Ora mi spiego meglio.
L’idea di base di inserire la componente fantasy all’interno di un contesto storico come la Seconda Guerra Mondiale è sicuramente un azzardo, proprio per questo l’autrice avrebbe potuto spaziare maggiormente nell’ambito fantasy. Volevo vedere più dinamicità, più avventura, più azione. Invece mi sono trovata davanti ad una trama, seppur fluida e senza intoppi, troppo piatta. La scrittura semplice e scorrevole ma poco coinvolgente non mi ha sicuramente aiutata a entrare maggiormente nella storia.
I problemi principali di questo romanzo (ovviamente a mio parere e relativamente ai miei gusti) sono la freddezza della narrazione che non è riuscita a farmi emozionare e la mancanza di un passato. Non si sa quasi niente del passato del Giocattolaio se non che è un reduce della Grande Guerra. Avrei voluto una caratterizzazione maggiore e meglio definita di questo personaggio e anche dei personaggi di contorno, di cui si sa poco o niente.
Quindi, tirando le somme, non posso dire che non mi sia piaciuto ma allo stesso tempo non mi ha convinta fino in fondo.

Recensito in Italia il 26 febbraio 2019
Partiamo dai punti forti. L’ambientazione, Cracovia nei primi periodi dell’occupazione tedesca nel 1939 sino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ho amato la scelta di questo sfondo e soprattutto la scelta di raccontare l’occupazione e le prime dinamiche dell’insedio tedesco nel paese. Spesso si sente parlare di Olocausto ma poco dei primi attimi in cui tutto è partito, quando i tedeschi hanno iniziato il loro “lavoro” di umiliazione della popolazione polacca. Il fatto di mettere in netta contrapposizione il bene e il male. Una netta distinzione tra chi sceglie di essere gentile nonostante tutto e chi invece esegue senza chiedersi quali possano essere le conseguenze.
Ho amato tantissimo l’idea, a mio parere geniale, di inserire la magia in un contesto simile, dando quel piccolo bagliore di speranza quando la speranza non c’era. Ho adorato questo rapporto magico tra il Giocattolaio e la sua bambola Karolina. Un legame insolito e quasi grottesco oserei dire, che aveva del potenziale da vendere. Dico aveva perché secondo me il vero potenziale di questa storia non è stato sfruttato al meglio. Ora mi spiego meglio.
L’idea di base di inserire la componente fantasy all’interno di un contesto storico come la Seconda Guerra Mondiale è sicuramente un azzardo, proprio per questo l’autrice avrebbe potuto spaziare maggiormente nell’ambito fantasy. Volevo vedere più dinamicità, più avventura, più azione. Invece mi sono trovata davanti ad una trama, seppur fluida e senza intoppi, troppo piatta. La scrittura semplice e scorrevole ma poco coinvolgente non mi ha sicuramente aiutata a entrare maggiormente nella storia.
I problemi principali di questo romanzo (ovviamente a mio parere e relativamente ai miei gusti) sono la freddezza della narrazione che non è riuscita a farmi emozionare e la mancanza di un passato. Non si sa quasi niente del passato del Giocattolaio se non che è un reduce della Grande Guerra. Avrei voluto una caratterizzazione maggiore e meglio definita di questo personaggio e anche dei personaggi di contorno, di cui si sa poco o niente.
Quindi, tirando le somme, non posso dire che non mi sia piaciuto ma allo stesso tempo non mi ha convinta fino in fondo.

È una storia che ti fa catapultare in un film con una base drammatica ma con molte sfumature sentimentali che vanno ad addolcire il più possibile il dramma cercando di fare splendere il sole e sentire il suo calore laddove esiste solo un cielo grigio e cubo.
La storia viene ben raccontata e si percepisce molto anche un forte trasporto a livello sentimentale, specialmente dalla metà in poi del racconto.
Il tema della Shoah è un tema molto forte, delicato, importante e questo libro a modo suo con una favola magica sa creare qualcosa di incredibilmente eccezionale centrando il tema e muovendosi in esso agilmente in un modo unico e originale.
Ho molto apprezzato questo libro, le ultime 50 pagine sono state un mix di emozioni veramente belle..
Non do il massimo voto solo perché ci sono dei dialoghi e alcuni avvenimenti (di natura prettamente fiabesca) che fanno perdere leggermente il filo del discorso e il fascino della storia,ma questo è solo una riflessione puramente personale.
Ad ogni modo è un libro che andrebbe riletto una seconda volta per comprendere al 100% ma già una volta ti abbraccia con forti emozioni.
Voto:9