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Estratto Estratto
Il colibrì Copertina flessibile – 24 ottobre 2019
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa368 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreLa nave di Teseo
- Data di pubblicazione24 ottobre 2019
- Dimensioni15 x 2.8 x 21.5 cm
- ISBN-108834600479
- ISBN-13978-8834600474
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L'autore
Sandro Veronesi è nato a Firenze nel 1959. È laureato in architettura. Ha pubblicato: Per dove parte questo treno allegro (1988), Live (1996, nuova edizione La nave di Teseo 2016), Gli sfiorati (1990), Occhio per occhio. La pena di morte in quattro storie (1992), Venite venite B–52 (1995, nuova edizione La nave di Teseo 2016), La forza del passato (2000, Premio Viareggio e Premio Campiello), Ring City (2001), Superalbo (2002), No Man’s Land (2003, nuova edizione La nave di Teseo 2016), Brucia Troia (2007, nuova edizione La nave di Teseo 2016), XY (2010, Premio Superflaiano), Baci scagliati altrove (2012), Viaggi e viaggetti (2013), Terre rare (2014, Premio Bagutta), Non dirlo. Il Vangelo di Marco (2015), Un dio ti guarda (2016) e Cani d’estate (2018). Pubblicato nel 2005 e vincitore nel 2006 del Premio Strega e nel 2008 del Prix Fémina e del Prix Méditerranée, Caos calmo (nuova edizione La nave di Teseo 2016) è stato tradotto in venti paesi.
Descrizione prodotto
Dalla quarta di copertina
Dettagli prodotto
- Editore : La nave di Teseo; 1° edizione (24 ottobre 2019)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 368 pagine
- ISBN-10 : 8834600479
- ISBN-13 : 978-8834600474
- Peso articolo : 440 g
- Dimensioni : 15 x 2.8 x 21.5 cm
- Recensioni dei clienti:
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È la storia di Marco Carrera, il colibrì, piccolo, aggraziato, da sempre fermo nello stesso luogo mentre gli avvenimenti gli piombano addosso, una vita indubbiamente fatta di sofferenza e di una indecifrabile resilienza.
Pare la fine e l’ inizio di un flusso di coscienza affannoso ed ansiogeno che stenta a ricomporre i cocci di una vita contorta, imbevuta di un ambiente borghese egocentrico, indifferente ed autocelebrativo, anaffettivo , imbrattato di psicoanalisi e insensatezza.
Una vita a lungo implosa, poi esplosa, costruita su carriera e solidità economica, in cui non ci si è accorti di nulla, di due genitori che non si sono mai amati, della indicibile sofferenza di una sorella, del proprio immobilismo silente e di colpe indebitamente attribuite al fratello Giacomo, di un amore a distanza ripetutamente perso e ritrovato, imbrattato di un ideale giovanile, di desiderio o semplicemente di gelosia, di un matrimonio ( il proprio), costruito sulla menzogna con strascichi di sofferenza, dell’ amore di una figlia prematuramente scomparsa, di tradimenti o presunti tali, della propria pigrizia, di amicizie devianti e pericolose, di viaggi tortuosi, di tutto quello che non è stato.
Ecco la rappresentazione di sessant’anni anni di vita, l’ inseguimento di un senso all’ interno di una catastrofe annunciata, uno status quo che pare irrimediabile, indirizzato dal caso, dalla famiglia, dalla propria noncuranza.
Ormai, tra lettere, tracce significative, sedute di psicanalisi, delusioni, distacchi, lutti, partenze definitive, non resta che una ricerca per legittimare la propria vita e permettere a Marco, riconosciuto il passato, di vedere il futuro e di acquisire un senso.
Il futuro ha un volto, è un condensato di passato e presente, è Miraijin ( in giapponese uomo del futuro ), sua nipote, superstite a lui affidata, che ha ereditato le esperienze del passato sintetizzandole in un futuro radioso, un concentrato di grazia esteriore e bellezza interiore, di forza e perseveranza, di umanità e concretezza, una filosofica presenza.
Da sempre Marco ha impersonato il colibrì, perlomeno così definito da altri, concentrando la propria energia nell’ immobilità e nel rimanere dove già e’, ma oggi non è più così.
Ora ha una missione da compiere, allevare l’ uomo nuovo, sua nipote, la sua vita assume uno scopo come tutte le dolorose vicissitudini che l’ hanno segnata e nulla gli e’ capitato per caso.
Il suo corpo, esploso così rapidamente, ha saltato l’ adolescenza dimostrando una plasticità ed una resilienza che in futuro l’ avrebbero aiutato a sopravvivere.
Marco ha trattenuto un piccolo mondo fragile che senza di lui si sarebbe dissolto, una vita che ha sempre continuato a stare ferma per anni mentre quelle degli altri andavano avanti, per essere improvvisamente sbalzata da un evento eccezionale in un altrove nuovo e sconosciuto.
Tutto, all’ improvviso, diventa chiaro, il dolore ha forgiato il nuovo mondo, i ricordi, il passato, il futuro, e lei, Miraijin, il nuovo, cui affidarsi ed abbandonarsi per sempre, liberato da una sofferenza fisica e morale.
Il romanzo di Sandro Veronesi è un turbine vorticoso di accadimenti, emozioni, sensazioni, citazioni, il protagonista un sopravvissuto ad un mondo borghese catastrofico e catastrofista paralizzato da paura, snobismo, cattiveria, vizio, noia, malattie incurabili, disgrazie, giuoco d’azzardo, incanalato in un inevitabile giogo psicoanalitico prevalentemente al femminile che impregna pagine e pagine e coinvolge tutti i protagonisti, chi più e chi meno, terrorizzando il lettore con le ripetute comparse del dottor Carradori, psicologo onnisciente che ha lasciato la professione e da un destino particolarmente iellato e sconfortante che parrebbe condurre all’ autodistruzione.
Ecco però una luce in fondo al tunnel, Miraijin, l’ uomo nuovo, creatura fantascientifica, un po’ Manga, onnicomprensiva, bellissima, una carta assorbente con poteri extrasensoriali, a dissolvere il catastrofismo imperante indirizzando la vita ad un futuro di speranza, radioso, profondamente umano, ribaltando e contravvenendo le innumerevoli storie e spezzoni di storie narrati, e ponendo il lettore di fronte ad un oggettivo dubbio: quale il senso?
Come ogni grande romanzo
Consiglio a chiunque di leggerlo
Da portare con sé in un angolo del cuore.