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Il circo della notte Copertina flessibile – 25 maggio 2017
- Lunghezza stampa460 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreRizzoli
- Data di pubblicazione25 maggio 2017
- Età di letturaDa 14 anni in su
- Dimensioni14 x 2.6 x 21.5 cm
- ISBN-10881709501X
- ISBN-13978-8817095013
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Dettagli prodotto
- Editore : Rizzoli (25 maggio 2017)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 460 pagine
- ISBN-10 : 881709501X
- ISBN-13 : 978-8817095013
- Peso articolo : 320 g
- Dimensioni : 14 x 2.6 x 21.5 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 165,802 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 9 in Narrativa sul circo per ragazzi
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“Talmente tanto risplende nel circo, dalle fiamme alle lanterne, alle stelle. Ho udito l’espressione -illusione ottica- applicata così di frequente a tutto quanto di visibile c’è al suo interno, che a volte sospetto che l’intero Cirque des Rêves sia esso stesso una complessa illusione di luce”.
Ciò che posso dirvi, a parte “dovete leggerlo” è “dimenticate la trama”, la sinossi è decisamente riduttiva, si limita ad illustrare il 10% di quello che questo romanzo è e, in un certo senso, spoilera un po’… Erin non si è limitata a creare due personaggi che si innamorano, come scritto in quarta di copertina, Erin crea un mondo, un circo appunto, e non lascia nulla al caso: ogni tendone, ogni situazione, ogni personaggio è perfettamente descritto e caratterizzato e anche se all’inizio i salti temporali vi sembreranno caotici, non solo hanno un loro perchè ma si intersecano perfettamente fra loro (non so come l’autrice abbia fatto a non perdersi, genio). Dalla prima pagina all’ultimo punto si respira magia, non quella magia fatta si incantesimi e bacchette magiche ma la vera magia, quella che permea ogni cosa e che troppo spesso noi ignoriamo, non siamo in grado di cogliere. Durante i primi capitoli si ha l’impressione di leggere tante storie diverse e spesso ci si chiede “dove andremo a parare?” Ma poi, verso dopo verso l’ordito inizia a prendere forma e iniziamo a vedere il disegno anche se dell’opera nel suo insieme si ha una visione completa e perfetta soltanto alla fine, fra una lacrima e l’altra, troppo presi ed emozionati per abbandonare il circo.
“Legge storia, mitologia e favole, chiedendosi perchè sempre e solo le fanciulle vengano strappate alla vita banale in una fattoria da cavalieri o principi o lupi. Trova ingiusto non poter godere della stessa fantasiosa opportunità. Non è nemmeno nella posizione di lanciarsi al soccorso di qualcuno. Durante le ore trascorse a sorvegliare le pecore arriva perfino a desiderare che qualcuno venga s portarlo via, ma i desideri espressi osservando il gregge non sembrano avverarsi più di quelli espressi osservando le stelle”.
In certi punti mi ha ricordato Gaiman, ha lo stesso modo di guidare il lettore all’interno della vicenda. Inizialmente le descrizioni fagocitano i pochi dialoghi e questo di solito annoia ma non in questo caso, qui la narrazione è così piacevole da farci ignorare l’assenza di dialoghi che, comunque, non mancheranno, anzi, saranno molto importanti nella seconda parte. L’idea di un circo magico solo in bianco e nero io l’ho vista come una metafora della scrittura che semplicemente con il bianco della carta e il nero dell’inchiostro riesce a farci vedere tutti i colori, sentire tutti i profumi, ascoltare tutte le melodie, in una parola: sognare, rêver. Quando un libro è perfetto come questo si ha ben poco da dire, aggiungere parole è un rischio, potrebbero spezzare l’incantesimo. Ciò che posso dirvi è: non partite prevenuti, non state lì con l’idea che si tratti di un fantasy, steampunk o young adult, non è nulla di tutto ciò o forse è tutto ciò… aggiungo che se volete sognare, emozionarvi, leggere pagine ben scritte, toccare la magia ma quella vera, la magia dell’amore reale, non quello delle fiabe, la magia dei rapporti umani, la magia della vita e, infine, la magia di un circo davvero fuori dal comune leggete questo romanzo…del resto chi di noi, osservando un circo giungere in città, non sogna di poter partire con quella affascinante carovana?
“Talmente tanto risplende nel circo, dalle fiamme alle lanterne, alle stelle. Ho udito l’espressione -illusione ottica- applicata così di frequente a tutto quanto di visibile c’è al suo interno, che a volte sospetto che l’intero Cirque des Rêves sia esso stesso una complessa illusione di luce”.
Ciò che posso dirvi, a parte “dovete leggerlo” è “dimenticate la trama”, la sinossi è decisamente riduttiva, si limita ad illustrare il 10% di quello che questo romanzo è e, in un certo senso, spoilera un po’… Erin non si è limitata a creare due personaggi che si innamorano, come scritto in quarta di copertina, Erin crea un mondo, un circo appunto, e non lascia nulla al caso: ogni tendone, ogni situazione, ogni personaggio è perfettamente descritto e caratterizzato e anche se all’inizio i salti temporali vi sembreranno caotici, non solo hanno un loro perchè ma si intersecano perfettamente fra loro (non so come l’autrice abbia fatto a non perdersi, genio). Dalla prima pagina all’ultimo punto si respira magia, non quella magia fatta si incantesimi e bacchette magiche ma la vera magia, quella che permea ogni cosa e che troppo spesso noi ignoriamo, non siamo in grado di cogliere. Durante i primi capitoli si ha l’impressione di leggere tante storie diverse e spesso ci si chiede “dove andremo a parare?” Ma poi, verso dopo verso l’ordito inizia a prendere forma e iniziamo a vedere il disegno anche se dell’opera nel suo insieme si ha una visione completa e perfetta soltanto alla fine, fra una lacrima e l’altra, troppo presi ed emozionati per abbandonare il circo.
“Legge storia, mitologia e favole, chiedendosi perchè sempre e solo le fanciulle vengano strappate alla vita banale in una fattoria da cavalieri o principi o lupi. Trova ingiusto non poter godere della stessa fantasiosa opportunità. Non è nemmeno nella posizione di lanciarsi al soccorso di qualcuno. Durante le ore trascorse a sorvegliare le pecore arriva perfino a desiderare che qualcuno venga s portarlo via, ma i desideri espressi osservando il gregge non sembrano avverarsi più di quelli espressi osservando le stelle”.
In certi punti mi ha ricordato Gaiman, ha lo stesso modo di guidare il lettore all’interno della vicenda. Inizialmente le descrizioni fagocitano i pochi dialoghi e questo di solito annoia ma non in questo caso, qui la narrazione è così piacevole da farci ignorare l’assenza di dialoghi che, comunque, non mancheranno, anzi, saranno molto importanti nella seconda parte. L’idea di un circo magico solo in bianco e nero io l’ho vista come una metafora della scrittura che semplicemente con il bianco della carta e il nero dell’inchiostro riesce a farci vedere tutti i colori, sentire tutti i profumi, ascoltare tutte le melodie, in una parola: sognare, rêver. Quando un libro è perfetto come questo si ha ben poco da dire, aggiungere parole è un rischio, potrebbero spezzare l’incantesimo. Ciò che posso dirvi è: non partite prevenuti, non state lì con l’idea che si tratti di un fantasy, steampunk o young adult, non è nulla di tutto ciò o forse è tutto ciò… aggiungo che se volete sognare, emozionarvi, leggere pagine ben scritte, toccare la magia ma quella vera, la magia dell’amore reale, non quello delle fiabe, la magia dei rapporti umani, la magia della vita e, infine, la magia di un circo davvero fuori dal comune leggete questo romanzo…del resto chi di noi, osservando un circo giungere in città, non sogna di poter partire con quella affascinante carovana?
Sono dell’idea che si possa riassumere tutto il libro dicendo che è il racconto di un sogno. Un sogno non sempre felice, anzi, ma da cui non vorresti mai svegliarti. Che vorresti ricominciare da capo appena finito, o raccontarlo a tutti.
La narrazione scorre su più piani temporali, spesso incrociati tra loro senza un filo logico troppo evidente. In più ci sono dei capitoli ‘senza tempo’ che descrivono le varie parti del circo. Sono forse quelle le più magiche, quelle che lasciano più spazio all’immaginazione. In quei capitoli mi sono ritrovata a chiudere gli occhi e provare ad immaginare di essere lì, in questo o in quel tendone, circondata dalla magia che permea tutto ‘le Cirque des Reves’, il Circo dei Sogni.
D’altronde, chi non desidererebbe visitare il Dedalo della Nube, un tendone pieno di nuvole eteree e luminescenti sulle quali tuffarsi, o avere un Albero dei Desideri, per alimentare il proprio desiderio con la forza di quelli degli altri. E il Giardino di Ghiaccio, pieno allo stesso tempo di amore e tristezza. In ogni sua descrizione, in ogni suo aspetto, il circo sembra davvero un grande sogno, pieno di profumi e gioia. L’unica cosa che manca sono i colori, qui è tutto bianco, nero e grigio. Tranne i tocchi di rosso portati dai reveurs, i sognatori, i veri amanti del circo.
In tutta questa bellezza, il circo nasconde però un grande segreto. Qualcosa che lo tiene in piedi e gli permette di sopravvivere, ma che allo stesso tempo lo mette sempre più in pericolo, minacciando tutti coloro che vi lavorano e che, in qualsiasi modo, vi sono legati.
Nessun personaggio viene descritto completamente, di tutti conosciamo qualche particolare che ci rimane impresso. Su ognuno, comunque, rimane un’aura di mistero. Vediamo i personaggi come attraverso un vetro appannato, o come se li avessimo incontrati in sogno e, al risveglio, non ci rimanessero che ricordi frammentati e confusi. Di qualcuno ci vengono descritti gli abiti, di altri il comportamento, o il carattere o qualche caratteristica fisica, ma nessuno viene descritto con precisione. Anche questo particolare contribuisce a dare un’aura magica al libro e a tutto il racconto.
E poi, vogliamo parlare dell’immensa bellezza della storia d’amore racchiusa nel libro e nel circo? Una di quelle storie che fanno venire i lucciconi, di quelle che non dovrebbero esistere e per questo sono ancora più forti e continuano a crescere. Come se per i protagonisti non esistesse null’altro, quando invece dovrebbero prendere le distanze, perché sanno che non potrebbero, che si faranno del male.
Perchè Marco e Celia sono addestrati per una sfida che dovrebbe dimostrare l’inferiorità di uno dei due in maniera definitiva. E invece si innamorano, come se fossero gli unici al mondo ed è la forza del loro amore che mette in serio pericolo il difficile equilibrio del circo.
Ho pianto per loro? Sì, perché sono una parte bellissima di questo sogno, la punta di romanticismo che era necessaria per far fare le scintille a questo libro.
E poi ci sono i gemelli che, sinceramente, ho adorato. Loro che nascono insieme al circo e crescono conoscendo praticamente solo quello. Non si capisce, in realtà, se siano più loro a influenzare il circo o il circo a influenzare loro.
E Bailey, che vediamo crescere nel corso del libro, così come cresce il suo amore per il circo e per la magia che questo è in grado di trasmettergli.
Ma in generale tutti i personaggi hanno un ruolo fondamentale, anche chi sembra meno importante si scopre avere un ruolo che è invece necessario per il presente o il futuro del circo.
Non meno importante è il fatto che quando dico che questo libro mi ha presa ed emozionata come pochi riescono a fare, non parlo solo della storia in sè, ma anche del modo in cui è scritto. È magico anche quello. E se la traduzione è così – e di solito ci perde – posso solo immaginare la magia dell’originale.