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Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza Copertina flessibile – 12 giugno 1996
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa582 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreAdelphi
- Data di pubblicazione12 giugno 1996
- Dimensioni12.6 x 4.5 x 19.5 cm
- ISBN-108845912221
- ISBN-13978-8845912221
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Dettagli prodotto
- Editore : Adelphi; 2° edizione (12 giugno 1996)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 582 pagine
- ISBN-10 : 8845912221
- ISBN-13 : 978-8845912221
- Peso articolo : 440 g
- Dimensioni : 12.6 x 4.5 x 19.5 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 31.012 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 1.408 in Psicologia (Libri)
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I clienti trovano il libro interessante. Affermano che la teoria proposta è decisamente affascinante, particolarmente coinvolgente e una lettura fondamentale per la formazione del sé.
"Ottimo libro, da digerire o concetti. Semplice nella sua complessità" Visualizza altro
"Monografia straordinaria di Julian Jaynes, un po' datata ma sempre attuale. Consiglio di cercare in rete la Julian Jaynes Society (USA)." Visualizza altro
"...Al di là di Westworld, si tratta di una lettura sui generis e affascinante. Sul valore scientifico non posso esprimere alcun giudizio." Visualizza altro
"...in giro l'autore, che non è certo un teorico del nulla... Il libro è interessante per chi si domandi come si sia passati dall'istinto alla Coscienza..." Visualizza altro
I clienti apprezzano lo stile di scrittura del libro. Lo trovano affascinante, originale e stimolante per riflettere sull'argomento trattato. Inoltre, la traduzione di Libero Sosio è considerata stupenda.
"...teoria - però di grande suggestione - si tratta di un testo affascinante e originale, che aiuta a riflettere su quella che rimane una delle..." Visualizza altro
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"La traduzione di Libero Sosio è stupenda, viene continuamente voglia di leggerlo ad alta voce per rendere attraverso il suono delle parole l'..." Visualizza altro
"Affascinante ma non facile da leggersi, non per lo stile dell'autore, che è piano, ma per la complessità dell'argomento...." Visualizza altro
I clienti apprezzano la qualità del libro. Affermano che il lavoro di Jaynes è eccezionale, in particolare per quanto riguarda la sua indagine psicolinguistica.
"...ricerche, per una mia indagine che sto conducendo.. il lavoro di Jaynes è eccezionale, la sua indagine psicolinguistica!..." Visualizza altro
"...Scritto (e tradotto) magistralmente...." Visualizza altro
"Eccellente..." Visualizza altro
I clienti trovano la teoria proposta affascinante.
"...riflessione che spaziano dalla medicina alla storia, dalla filosofia alla psicanalisi" Visualizza altro
"Il libro e' indiscutibilmente interessante e la teoria proposta e' decisamente affascinante...." Visualizza altro
"Libro molto avvincente che sviluppa una teoria originale" Visualizza altro
Recensioni con immagini
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- Recensito in Italia il 2 gennaio 2024Ottimo libro, da digerire o concetti. Semplice nella sua complessità
- Recensito in Italia il 19 novembre 2016A volte succede che ci imbattiamo in affascinanti teorie per puro caso.
Io ho sentito parlare della mente bicamerale guardando la serie TV "Westworld", che, guarda caso, si riferisce alla questione della coscienza.
Spinto dalla curiosità ho comprato su Amazon (impeccabile come sempre) il libro di Jaynes e devo dire che mai suggestione televisiva (...) è stata più utile.
La teoria di Jaynes è peraltro piuttosto nota, è stata oggetto di accesi dibattiti tra gli addetti ai lavori e può essere sommariamente riassunta così: fino alla fine del II millennio a.c. gli uomini non avevano una vera e propria coscienza in senso moderno, ma agivano obbedendo a voci interiori (attribuite agli dei) provenienti dall'emisfero destro del cervello che "parlavano", nel vero senso del termine, all'emisfero sinistro, come sarebbe ampiamente dimostrato dai riferimenti contenuti nei testi che si riferiscono a quella che, appunto, Jaynes chiama età bicamerale, primo fra tutti l'Iliade.
Una serie di circostanze - ambientali, storiche, psicologiche e sociali - hanno portato al crollo di questa mente bicamerale, rendendo gli dei muti e lontani e portando, in modo graduale, alla formazione della coscienza vera e propria.
Jaynes sostiene tale tesi per passi ben articolati, costruendola non soltanto con riferimenti alle neuroscienze (attenzione: il libro è del 1976, con una post-fazione del 1990, quindi un po' datato), ma anche all'archeologia, all'epica e alla mitologia, spaziando dalle civiltà del Vicino Oriente a quelle americane, per evidenziare sorprendenti somiglianze.
Il saggio è scritto benissimo e la traduzione italiana di Libero Sosio ne rende bene la vivacità dello stile.
Al di là della opinabilità della teoria - però di grande suggestione - si tratta di un testo affascinante e originale, che aiuta a riflettere su quella che rimane una delle questioni più enigmatiche: come e in quale fase dello sviluppo dell'homo sapiens si sia formata ciò che chiamiamo coscienza. E' soltanto una questione di complessità cerebrale o sono entrati in gioco altri elementi ? Siamo sicuri di avere una chiara definizione e comprensione di ciò che chiamiamo coscienza ?
Le conclusioni di Jaynes - la coscienza è successiva all'evoluzione del linguaggio e alla formazione delle civiltà sedentarie, non le precede - sorprendono e fanno certamente discutere, ma offrono spunti di riflessione non banali, specie se si pensa al loro possibile significato per la "creazione" dell'intelligenza artificiale.
Vivamente consigliato.
- Recensito in Italia il 24 luglio 2023Monografia straordinaria di Julian Jaynes, un po' datata ma sempre attuale. Consiglio di cercare in rete la Julian Jaynes Society (USA).
- Recensito in Italia il 26 febbraio 2017Nel 1976, ne Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza, lo psicologo Julian Jaynes parla di epoche passate in cui l'agire degli esseri umani era influenzato da allucinazioni sensoriali che si generavano nella parte decisionale della mente e che poi venivano trasformate in azioni dalla parte esecutiva.
Quando qualcuno diceva di udire la "voce degli dei", era il suo lato sinistro (se non ricordo male) che agiva, che le generava.
La coscienza non era riconducibile a nessuna delle due: essa è stata piuttosto il risultato di un processo evolutivo che, secondo la teoria di Jaynes, nasce dopo l'Età del Bronzo, accelerato nel suo sviluppo dall'uso della epica come mezzo narrativo e dall'introduzione della metafora.
La schizofrenia, secondo l'autore, è il residuo del non completo superamento di questa primigenia struttura che in qualche modo è ancora presente nelle nostre teste.
L'ipotesi della mente bicamerale non fu ben accolta dal mondo scientifico: la serie Westworld la riabilita, se così si può dire (guardatevi la terza puntata).
Al di là di Westworld, si tratta di una lettura sui generis e affascinante.
Sul valore scientifico non posso esprimere alcun giudizio.
- Recensito in Italia il 6 luglio 2013La traduzione di Libero Sosio è stupenda, viene continuamente voglia di leggerlo ad alta voce per rendere attraverso il suono delle parole l'ispirazione originale. In questo senso è ben più di un libro di scienza o filosofia o di psicolinguistica. In un altro senso lo è meno. Il lettore rischia di lasciarsi convincere da argomentazioni chiaramente non scientifiche. Di tutte le cose che la mente fa, quelle che possiamo o non possiamo ritenere processi coscienti dipendono dalla definizione di coscienza che adottiamo. Se del processo di individuazione del triangolo a pagina 61 abbiamo una memoria, siamo in grado di riferire qualcosa a noi stessi e ad altre persone, possiamo dire che in qualche misura ne dovevamo essere "coscienti" anche durante la risoluzione. La consapevolezza magari interviene successivamente tramite processi successivi, "ricordati", consistenti con la descrizione degli stati coscienti sperimentati, che possono includere una certa revisione "orwelliana" (come le chiama Dennett), ma non per questo possono essere negati (come fa Dennett). Anche con questa estensione, o maggior emersione del dominio della coscienza dall'iceberg della mente includente i processi che "precedono la presa di coscienza", non eliminiamo comunque i numerosi e preponderanti processi mentali spontanei che resteranno sempre esclusi da ogni tipo di coscienza o consapevolezza, inaccessibili a qualunque tipo di introspezione, come evidenziato anche da Jaynes. Questa è la posizione (di molti anni successiva) di Damasio (Il Sé Viene Alla Mente, Adelphi 50). Insomma, che cosa è cosciente e che cosa non lo è, anche dal punto di vista dell'esperienza soggettiva, l'unico possibile per Searle per parlare scientificamente di coscienza, dipende da come definiamo la coscienza. Mentre Jaynes ne parla come se fosse qualcosa di autoevidente e predefinito. Dal testo si possono comunque ricavare spiegazioni illuminanti, sebbene a mio avviso la teoria delle metafore si può applicare non a tutta la coscienza in generale, ma al livello descrittivo - verbale degli stati coscienti, cioè al livello autobiografico più elevato, e più specifico dell'uomo.