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Brando Copertina flessibile – 29 aprile 2016
- Lunghezza stampa138 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreEdizioni Efesto
- Data di pubblicazione29 aprile 2016
- Dimensioni20 x 20 x 20 cm
- ISBN-10889910476X
- ISBN-13978-8899104764
Dettagli prodotto
- Editore : Edizioni Efesto (29 aprile 2016)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 138 pagine
- ISBN-10 : 889910476X
- ISBN-13 : 978-8899104764
- Peso articolo : 240 g
- Dimensioni : 20 x 20 x 20 cm
- Recensioni dei clienti:
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Ho quindi aperto “Brando” conoscendo da tempo il modo in cui scrive l’autore e aspettandomi un libro bello. Mi sbagliavo: questo non è un libro bello, è un libro STUPENDO. La storia ti si attacca addosso, incontri personaggi che non dimenticherai più, un po’ sorridi, un po’ ti commuovi, un po’ fai le due cose insieme (c’è qualcosa di più meraviglioso?), e siccome #dontspoilerbrando, ecco, sulla trama non dico nulla, se non che davvero c’era bisogno di questo libro, e che davvero avete bisogno di leggerlo, anche se non lo sapete ancora.
Aggiungo che, arrivata all’ultima pagina, l’ho ricominciato immediatamente da capo, e questo mi è successo solo una volta, con “Mare di Bering” di Tullio Avoledo, che credo sia uno dei libri più belli che io abbia mai letto.
Aggiungo anche che mi sono dimenticata di entrare in acqua perché ero troppo presa dalla lettura, e quindi mi sono arrostita come un peperone, e questo mi è successo solo una volta, con “Middlesex” di Jeffrey Eugenides, che credo sia uno dei libri più belli che io abbia mai letto.
Posso ulteriormente aggiungere che durante la lettura un paio di volte mi sono venuti dei magoni, ma dei magoni, che mi hanno fatto chiedere quando mi fosse già capitato di sentirmi esattamente così. E mi sono ricordata che questo mi è successo solo una volta, con “Molto forte, incredibilmente vicino” di Jonathan Safran Foer, che credo sia uno dei libri più belli che io abbia mai letto.
Posso concludere che ho già voglia di tenermi questo libro sempra a portata di mano, perché mi sveglierò ogni tanto pensando che oggi è il giorno giusto per rileggerlo, da qui a per sempre. E questo non m’è successo solo una volta, ma nemmeno così spesso; per nominarne uno a caso, con “Contact” di Carl Sagan, che credo sia uno dei libri più belli che io abbia mai letto.
Credo quindi che “Brando” sia uno dei libri più belli che io abbia mai letto.
Intendiamoci: due difetti li ha.
Il primo: finisce troppo presto. Di pagine così ne vorresti leggere mille, non cento e qualcosa.
Il secondo: la fermezza con cui Paolo Longarini dice di sé “io non sono uno scrittore”. E adesso come facciamo a convincerlo che deve continuare a scrivere perché come lui, di scrittori (scusa Paolo!), non ce ne sono altri?
Prendere quindi "Brando" e leggerlo d'un fiato diventa una cosa assolutamente da fare, ma non aspettatevi una storia da negozio, no, assolutamente. Perché con questo libro Longarini spiazza completamente, sia per la struttura della storia,che per la storia in sé.
E' difficile definire con chiarezza cosa sia e di cosa parli Brando, forse perché Alessio non è il vero protagonista anche se è lui a narrare, forse perché la protagonista indiscussa di questo romanzo è la solitudine di una vecchiaia, di una vita all'ombra di qualcun altro e poi di se stessi, della propria rabbia repressa, del proprio essere.
Questo romanzo ti cattura con la curiosità di comprendere il filo narrativo e dove vuole andare a parare l'autore, ti manipola con un linguaggio immediato, diretto come è tipico dei romani e ti conquista definitivamente con l'intreccio tra passato e presente che scava nella vita e nella coscienza di tanti vecchi. Ti apre gli occhi con gentilezza su un passato che troppo facilmente prendiamo sotto gamba e ti sbatte in faccia con la violenza di una cinquina ben piazzata cosa volesse dire vivere quel passato, esserne parte e cosa ha portato e lasciato a molti - ormai pochi - sopravvissuti: solitudine e marcescenza interiore.
Brando è, in un quadro più ampio, un bel cazzotto sui denti, che fa sorridere certo, ma che a chi vuol cogliere nel profondo presenta una miriade di sfumature diverse di nero e grigio, un libro che apprezzi totalmente solo una volta finito, solo dopo alcune ore o giorni dalla sua fine, una paura durante la quale i passi che più ti hanno colpito ti tornano in mente, facendoti riflettere.
Un plauso all'autore per la delicatezza di come ha affrontato temi pesanti del nostro recente passato, anche se sembra remotissimo, e tuttavia di un'attualità impressionante, quasi che, tutto sommato, il Ventennio non sia mai davvero finito. E, il tutto, condito dall'immancabile sarcasmo e sorriso che ben conosciamo. Come direbbe la voce narrante: servitevi da soli.
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Riesce quasi a farti diventare simpatico un vecchio fascio.... Ci vuole talento!